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Il Sole tace, gli scienziati della NASA costretti a rivedere nuovamente le previsioni

13 Gennaio 2009, ore 10.37
 

Il nuovo ciclo sembra esere ripartito ma la sua magnitudo risulta talmente bassa che in sostanza ci troviamo ancora dinnanzi ad una condizione di attività solare al minimo.
 

I previsori del tempo a volte sbagliano? Possibile. I modelli numerici cambiano continuamente le carte in tavola gettando scompiglio tra le proiezioni a lungo termine? Vero.

Se stilare una previsione del tempo dipende dal corretto posizionamenti di tanti fattori concomitanti, immaginiamo come possa essere difficile e di conseguenza anche imprecisa la previsione dell'attività solare.

Gli scienziati della NASA, impegnati nello studio dell'attività solare in tutte le sue sfaccettature e in tutte le sue componenti, stanno trovando grandi difficoltà ad inquadrare correttamente il delicato passaggio undecennale tra il ciclo numero 23 e quello numero 24.

Come sappiamo, tra le varie oscillazioni periodiche che caratterizzano la nostra Stella, quella più nota e studiata è senza'altro l'oscillazione delle sue macchie, oscillazione la cui ampiezza dura mediamente undici anni. Orbene, sappiamo anche che il minimo undecennale di macchie è stato già superato da tempo ma il Sole si mostra tutt'ora in uno stato ancora palesemente "onirico".

I mesi passano e i ricercatori si trovano sempre più in difficoltà a decifrare cosa stia accadendo lassù a 145 milioni di chilometri dal nostro Pianeta. Le macchie solari, quelle esplosioni che dovrebbero puntellare la superficie del globo solare testimoniando la ripresa del nuovo ciclo (che dovrebbe ormai essere già iniziato), ancora latitano e se si presentano, lo fanno saltuariamente e in ordine sparso.

La previsione stilata gli scorsi anni, che prevedeva un ciclo tra i più intensi del secolo, viene pertanto continuamente rimaneggiata. I grafici pubblicati dalla NASA stessa sono eloquenti. Basti osservare l'ampiezza dei cicli previsti nel luglio del 2004 e quella ricorretta e prevista nel gennaio del 2009.

Indubitabile salta all'occhio un notevole allungamento dei tempi, una dilatazione di questo minimo che ritarda sempre più la ripartenza a pieno regime dell'attività maculare sul Sole. Scienziati in difficoltà? Se fosse noi li comprendiamo benissimo. Il problema ora passa ai climatologi. Nessuno aveva inserito nei sofisticati modelli del clima questa inattesa variabile.

Certo più di uno darà ancora più importanza ai capricci della CO2, snobbando gli umori del nostro primario fornitore di energia. Siamo pronti a comprendere anche loro, a patto che il buon senso li spinga finalmente a dare il giusto peso a questo imprevedibile voltafaccia della Natura.
 
Luca Angelini
 
http://meteolive. leonardo. it/meteo- notizia.php? id=26493




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